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venerdì 11 marzo 2011

Calunniate ... calunniate ... qualche cosa resterà...


Oggi voglio aggiungere un altro Tassello alla mia storia. Un brutto tassello, ma molto istruttivo, forse più di molti altri.

Il giorno 17 Marzo 2008, 9 giorni prima dell'oscuramento del mio sito e dell'avviso di garanzia, il P.M. ha ricevuto un fax intitolato "Segnalazione testimonianze caso Arkeon".

Mittente è una "vittima di Arkeon".

Pubblico il fax (che fa parte del fascicolo chiuso dopo l'Archiviazione) che ho diviso in due distinti file, a cui ho tolto la pagina di intestazione e i dati sensibili delle persone nominate.





Il contenuto del fax di segnalazione al Magistrato è un delirio, una composizione pensata per sembrare logica e fondata su prove, e, nello stesso tempo, scritta in modo da suscitare la compassione e lo sdegno del Magistrato di fronte al coraggio delle "povere vittime" che, noncuranti del minaccioso guru di Arkeon e dei suoi seguaci plagiati, coraggiosamente denunciano.

Questo fax non dice nulla di nuovo rispetto a quello che avevo letto nei due mesi precedenti su due forum in particolare: quello dell'ADUC e quello del Cesap. Nei forum di queste due  associazioni le affermazioni riportate nel fax ritornavano continuamente, in forma isolata, mista a minacce di denunce. 

Le schermate originali relative a quei giorni sono state tutte salvate, così com'erano.

Affermazioni del genere erano contenute anche in una EMAIL che, nell'ottobre 2008, qualcuno ha publicato in rete. Questa email (che porta la data del 23 o 24 febbraio 2008) era stata inviata ad alcuni rappresentanti delle organizzazioni antisette italiane e ad altre persone ed era anche stata oggetto di discussione pubblica durante un Convegno  FECRIS tenutosi in Italia nella primavera del 2008.

Dunque il fax è il riassunto creativo e delirante di tutto quanto era stato scritto in precedenza, a cominciare dall'email per poi finire con i forum.  Quello che posso dedurre è che la firma del mittente del fax  è una sola, ma gli ispiratori sono certamente più di uno.

Sta di fatto che i contenuti del fax (dell'email e dei forum) vengono pienamente accolti dal P.M., tanto che le parole dell'avviso di garanzia  sembrano quasi ricalcarli.

Ora vorrei fare una riflessione che va aldilà della mia vicenda personale e riguarda le associazioni che erano al corrente di quanto stava per succedere alla sottoscritta, sia prima dell'avviso di garanzia sia, ovviamente, dopo.

Persone appartenenti ad ARIS, FAVIS,  SOS Antiplagio di Novara,  GRIS  ecc. hanno ricevuto l'email dalla presidente di una associazione sorella impegnata come consulente dell'accusa contro Arkeon. In seguito diversi destinatari hanno inoltrato l'email ad altre persone, il cui numero è imprecisato: decine e decine di persone sapevano, sia prima dell'avviso di garanzia, sia  dopo, come era stata suscitata la guerra contro di me, e tutti hanno preferito tacere.

Hanno taciuto anche dopo, quando hanno visto il mio sito oscurato e la sottoscritta accusata di nefandezze colossali e del tutto incredibili.


(E' doveroso precisare che ci sono state alcune persone che hanno cercato di avvisarmi quando ormai era troppo tardi, ma nessuna di loro apparteneva alle associazioni citate sopra). 



Perchè questo silenzio?

Perchè nella mentalità di un certo numero di queste persone (non tutte, ovviamente), mentalità che io conosco bene perchè di quel mondo ho fatto parte, se una persona  si mette in contatto, parla, si incontra e ascolta chi appartiene a una "setta",  vuol dire che difende i criminali e, se difende i criminali, "allora quello che gli è capitato gli sta bene", "vuol dire che se l'è andata a cercare". 

Se poi, come nel mio caso, ci sono delle prove ulteriori di questa nefandezza e cattiveria come, per esempio, il fatto di aver collaborato con un Centro come il CESNUR che "difende le sette", allora il cerchio si chiude ed è tutto chiaro.

In sostanza: quello che le è capitato ben le sta. Un'altra volta sta zitta e non si intromette in cose che non la riguardano.

Ragionamento semplice e lineare che non fa una piega, dal loro punto di vista.

Ma qual'è il punto?

Il punto è che le associazioni che si ispirano a questa "filosofia" nel  loro modo di operare,   non si trovano isolate ai margini della società e monitorate attentamente come potenziali focolai di odio e razzismo.

No, affatto. Anzi, sono le associazioni a cui le Forze dell'Ordine si rivolgono per acquisire informazioni su gruppi ritenuti criminali, sono  le associazioni che informano il grande pubblico sui  media e  collaborano con la Squadra Antisette.

Sono le stesse associazioni che i senatori della nostra Repubblica chiamano a tenere audizioni al Senato per poter ottenere la reintroduzione del reato di plagio nel nostro Codice Penale, a cui è stato solo cambiato il nome. Mi riferisco al famigerato e liberticida DDL 569. 

Sono stata, alla fine degli anni novanta, una sostenitrice dell'istituzione di un reato contro la manipolazione mentale e ricordo bene quali erano le ragioni di questa idea. La convinzione era erronea e fondata su pregiudizi e scarse conoscenze. Nel corso degli anni quella convinzione ha lasciato il posto a considerazioni più reali e equilibrate.

Pensandoci bene, nel nostro Paese, visto come stanno le cose, manca  solo questo: una legge che consenta all'odio antireligioso e al desiderio di protagonismo o vendetta  di qualcuno di portare in tribunale e condannare altre persone per le loro idee e  le loro convinzioni. 

Mi sembra chiaro, dunque, che io non conto assolutamente nulla in tutto questo, la mia persona è del tutto insignificante  di fronte ai danni che queste associazioni potrebbero causare a persone innocenti, anche solo creando allarme sociale ingiustificato, o convincendo qualche senatore poco informato dell'utilità di una legge anti - manipolazione. 

Basterebbe fare una ricerca in rete per verificare gli innumerevoli casi di falsi allarmi diffusi da queste fonti, le accuse rivelatesi infondate contro movimenti religioso/spirituali e singole persone, le segnalazioni di "omicidi rituali di sette sataniche" che non hanno avuto nessun riscontro, ecc. 

Possibile che non ci sia un solo giornalista interessato a fare un'inchiesta del genere?

La verità è che in Italia non c'è alcun "allarme sette" e non c'è alcuna necessità di istituire una "squadra antisette". 

E' vero che dentro alcuni gruppi religiosi si compiono reati, come avviene in altri gruppi. 

E' vero che l'affiliazione di una persona può creare conflitti familiari come avviene per altre scelte personali non gradite alla famiglia. 

E' vero che all'interno di qualche associazione ci sono persone che non pagano le tasse, come avviene in diversi altri contesti.

E' vero che ci sono persone che sfruttano la credulità e la debolezza di altre per ottenere vantaggi personali, ma questo avviene anche in contesti non religiosi. 

Le leggi vigenti sono sufficienti a punire i reati. 

Una particolare attenzione va prestata, tuttavia, ai minori, specialmente quelli a cui vengono negate le trasfusioni di sangue o le cure mediche per motivi religiosi. Ma questo problema può essere risolto con l'intervento del Tribunale dei minori, senza bisogno di istituire nuovi reati.


E' anche interessante notare un curioso fenomeno: da una parte si grida all'allarme sette e al numero esorbitante di casi di persone abusate, plagiate ecc. che si rivolgono ai centri, dall'altro le associazioni che si occupano del fenomeno e che sono nate con quella finalità, man mano cambiano e cominciano ad occuparsi anche di altre forme di abuso che non hanno nulla  a che fare con le sette. Qualche associazione ha perfino eliminato la parola "setta" dal suo nome. 


Sembra quasi che "con le sette si lavori pochino..." ???

Lasciando da parte queste considerazioni del tutto personali, ma che potrebbero aprire gli occhi di qualcuno, vorrei concludere con  un'ultima riflessione per me molto importante.

Io credo che sia arrivato il momento di segnalare pubblicamente la grave situazione che si è creata in Italia a causa dell'azione dei gruppi antisette e di chiedere una Interpellanza Parlamentare sulle finalità, i metodi, le attività e i finanziamenti che questi gruppi ricevono, insieme a una richiesta di chiarimento sui criteri che sono stati alla base della scelta  di questi gruppi come consulenti delle Forze dell'Ordine relativamente al fenomeno settario. 

Chi ne ha la responsabilità deve rispondere, perchè questa non è una battaglia mia personale, è una battaglia di civiltà, per la difesa dei diritti umani sanciti dalla nostra Costituzione e come tale ci riguarda tutti.

Poichè ritengo che il mio caso sia emblematico e non ho alcuna fiducia nel sistema giudiziario italiano  sto procedendo a presentare un ricorso davanti alla Corte Europea dei Diritti dell'uomo segnalando che le azioni intraprese contro di me (oscuramento del Sito e avviso di garanzia) da parte di una Autorità Pubblica rappresentano delle violazioni dei diritti e delle garanzie previsti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.

In particolare denuncerò la violazione di questi diritti:

1) Il diritto al rispetto della mia vita privata
2) La libertà di espressione, di esprimere la mia opinione e di comunicarla, di trasmettere e ricevere informazioni
3) La libertà di pensiero e coscienza
4) La libertà di riunione

Su questo Blog pubblicherò gli eventuali sviluppi di questa mia iniziativa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Gent.le Dr.ssa Di Marzio,
seguo con attenzione da diverso tempo sia Lei che le vicende del gruppo arkeon.
Il caso arkeon è interessante per fare luce sulle attività di alcuni gruppi antisette italiani e l’intera vicenda andrebbe esaminata senza tralasciare risvolti talora reconditi che dietro ad essa si celano.
Da un esame della documentazione ormai pubblica, sembra che l’Associazione che ha sostenuto la campagna contro arkeon sia diventata “consulente” dell’accusa e abbia condizionato il parere degli Inquirenti, attivato media e stampa e minacciato di perseguire per calunnia, stalking, abuso di professione, favoreggiamento o altro, chiunque si fosse contrapposto. Tutto ciò con modalità totalitariste e senza contraddittorio.
Sono state attaccate pubblicamente persone con una dignità non solo scientifica come la sua, ma anche spirituale come quella di Padre Raniero Cantalamessa.
A detta di tale Associazione, con una definizione adottata anche dagli Inquirenti, Lei sarebbe diventata “il guru in pectore” di quella che è stata definita “la più grande psicosetta mai esistita” (parole pronunciate da un noto esponente della Digos di Bari in una trasmissione televisiva), e il Predicatore della Casa Pontificia, sostenitore di un gruppo che avrebbe esercitato ogni sorta di reato.
Se tutto ciò ha “funzionato” come effetto mediatico, si dovrà comunque fare i conti con la verità dei fatti in sede processuale.
La Dr.ssa dell’accusa aveva forse la certezza di sentirsi talmente “protetta” da potersi permettere qualsiasi libertà nell’attribuire ai malcapitati oppositori ogni sorta di nefandezza.
Guardando tra le carte accessibili al pubblico, ho scoperto che dal 2006, l’avvocato che difende nel processo civile, sia la Dr.ssa accusatrice che le presunte vittime della famigerata setta arkeon, è un certo Francesco De Gennaro ….
Non sarà per caso il figlio del Dr. Gianni de Gennaro che nel 2006, quando sono iniziate le indagini su arkeon, era il Capo della Polizia ed è attualmente Capo dei Servizi Segreti?
Cosa pensare della Istituzione a firma dello stesso Dr. Gianni De Gennaro, il 2 Novembre, sempre del 2006, della fantomatica SAS (Squadra Anti Sette) del Ministero dell'Interno - prot. N.225/UAG/2006-64767-U - avente per “OGGETTO: Attività di contrasto agli illeciti connessi alle attività delle "Sette Sataniche".
http://www.siap-polizia.it/public/Dati/circolari/SquadraAntiSette.pdf
Chi sono i consulenti e gli esperti di cui si serve tale Istituzione, chi li ha scelti e con quali competenze?
Da cittadino di un paese libero, appartenente al "mondo civile", mi aspetto che le persone citate siano in buona fede.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/06/17/visualizza_new.html_1823554508.html
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/18/news/diaz-sentenza-4166704/
Cordialmente.
Morpheus

Anonimo ha detto...

La "dott.ssa dell'accusa" e il suo centro non risulta formalmente consulente nel procedimento su Arkeon ma solo persona informata sui fatti e parte lesa per alcune accuse. Si è quindi compreso che esiste una sorta di modalità informale e indiretta ( non formalmente peritale, in cui la responsabilità del perito e di chi se ne avvale è trasparente ) di consulenza alle forze dell'ordine.
In indagini delicatissime su presunti abusi, le forze di polizia si avvalgono di forme di collaborazione non peritali, che non garantiscono assolutamente standard oggettivi di responsabilità e di trasparenza, ma che all'esterno accreditano comunque l'esperto in questione come referente istituzionale. Questo comporta svariate conseguenze di notevole portata sociale. Forse sarebbe il caso di porre nel dibattito pubblico una questione importante come questa.

Raffaella Di Marzio ha detto...

La ringrazio. Ci sono questioni, come quella che lei ha precisato, di cui la maggior parte delle persone non sa assolutamente nulla.

Io sono una di queste. Ma la sua informazione chiarisce molti aspetti che prima mi apparivano oscuri

Raffaella

Anonimo ha detto...

Gentile Dottoressa,
in questo ambito vige purtroppo per tutti una sorta di apprendimento permanente.

A suo tempo (2007) la Digos affermò che prima di dare comunicazione all'autorità giudiziaria aveva svolto
"le opportune verifiche sulla vicenda, basandosi anche su una precedente attività informativa
svolta nell'ambito del monitoraggio delle sette operanti nella provincia di competenza."

Abbiamo quindi appreso l'esistenza di una attività denominata:

"attività informativa svolta nell'ambito del monitoraggio delle sette operanti nella provincia di competenza".

Lei lo conosceva?

Le sembra offrire delle garanzie oggettive il termine "monitoraggio delle sette"?

E chi lo ha deciso che trattavasi proprio di una setta?

cordiali saluti e auguri per il suo prezioso lavoro