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giovedì 15 luglio 2010

Tasselli di esperienza - Il Problema Morale

 Il Problema Morale


Oggi voglio aggiungere un altro tassello dopo aver interrotto da un  pò di tempo le mie riflessioni o, meglio, il mio diario personale, perchè penso che quello che ho da dire possa essere di qualche utilità anche per altri.

Questo tassello nasce da una sensazione molto intensa che ho sperimentato pochi giorni fa.

Mi trovato seduta a un tavolo con una coppia di genitori molto anziani, che, in un giorno di luglio, con una temperatura di oltre 38 gradi, si erano messi in viaggio su un autobus di linea e avevano trascorso circa due ore al caldo asfissiante per attraversare tutta la città e venire a parlare con me (è ormai il nostro terzo incontro de visu preceduto e seguito da molte telefonate).

Mentre parlavamo prendevo coscienza della loro grande forza di volontà e determinazione, tipiche di tutti i genitori che si attivano quando vedono un figlio in pericolo e, nello stesso tempo, mi sentivo invasa da un angosciante senso di responsabilità nei loro riguardi e nei riguardi del loro figlio. 

Quello che leggevo sui loro visi era una affidamento totale nei miei riguardi, ascoltavano molto attentamente, determinati a mettere in pratica i miei consigli  per cercare  di  affrontare nel modo migliore una difficile situazione.

Ben consapevole di tutto questo  non ho mai cessato di chiedermi se, in coscienza, stavo dando loro il consiglio migliore e se stavo mettendo in atto la strategia giusta  ed eticamente corretta per aiutarli.

Perchè questo timore? Perchè so bene che ci sono molti modi in cui le persone che si impegnano a informare, assistere e aiutare le vittime di leader carismatici senza scrupoli possono mancare ai loro doveri etici. 

Lo so per esperienza perchè  anche io ho sbagliato, qualche volta.

Ora, partendo proprio dai miei errori, vorrei individuarne alcuni, prima di tutto per correggere me stessa ma anche per segnalare azioni e informazioni diffuse da organizzazioni antisette  e consulenti improvvisati che non rispettano gli utenti poichè forniscono loro solo una parte della verità o addirittura false informazioni.

Ho dedicato a queste problematiche il mio ultimo libro "Nuove religioni e sette. La psicologia di fronte alle nuove forme di culto". Chiunque sia interessato ad approfondire l'argomento troverà nel testo una trattazione sistematica del problema. 

Per maggiori informazioni, articoli, trasmissioni radiofoniche/televisive e recensioni sul libro:

http://nuovereligioniesette.blogspot.com/

In questo contesto posso fare solo qualche sintetico esempio:

- Affermare che la manipolazione mentale, il lavaggio del cervello, il condizionamento mentale praticati all'interno delle sette sono concetti scientificamente fondati su cui la psicologia si è definitivamente pronunciata e che su di essi non c'è alcun dubbio è una mezza verità e le mezze verità non sono eticamente accettabili per chi intende essere rispettoso delle vittime. Il problema è molto più complesso:

http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=165

http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=39

- Affermare che una legge che punisca la manipolazione mentale è sostenuta da TUTTI coloro che si impegnano ad aiutare le vittime delle sette ed è osteggiata  SOLO dagli studiosi  "teorici" (sociologi e psicologi) che non hanno mai avuto a che fare con le vittime è del tutto falso. Infatti, contro l'istituzione di questo reato si sono pronunciati (solo per fare qualche esempio):

1) Il Consiglio d'Europa: favorevole ad usare le "normali procedure della legge penale e civile contro le pratiche illegali svolte in nome di gruppi di natura religiosa, esoterica o spirituale":

http://www.dimarzio.it/srs/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=89 

2) Michael Langone: responsabile della più grande organizzazione al mondo che si occupa di aiuto alle vittime da oltre 30 anni, l'ICSA. Egli  non condivide la creazione di un reato penale ad hoc:

http://www.dimarzio.it/srs/modules/mydownloads/visit.php?lid=116

3) Raffaella Di Marzio: mi occupo di aiutare le vittime da oltre 15 anni e non sono d'accordo con l'istituzione di un simile reato per le ragioni che potrete leggere qui:

http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=24

L'elenco non è ovviamente esaustivo.

- Diffondere sul proprio sito liste di sette pericolose di volta in volta catalogate come "la madre di tutte le psicosette in Italia", "la più pericolosa psicosetta mai esistita" ecc. senza alcun controllo, revisione, accertamento serio è eticamente scorretto verso chi  sta cercando informazioni attendibili e verso chi fa parte delle organizzazioni così etichettate,  persone degne di rispetto come le altre, a meno che il rispetto non sia appannaggio solo di qualche "casta privilegiata". 

Una breve riflessione su questa problematica:

http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=166

- Parlare di "setta pericolosa" è, appunto, pericoloso perchè induce a pensare che una organizzazione composta da 5, 50, 500 o 50.000 persone è, IN TOTO pericolosa. Nella realtà, nel mondo reale, e non virtuale, le cose non stanno così. Se una organizzazione è composta da 50 persone e c'è qualcuno che ha commesso degli abusi su qualcun altro l'indice accusatorio va puntato contro le persone e non contro il gruppo. Se il leader e 5 adepti hanno abusato di altri è contro di loro che è importante agire, non contro gli altri 44 che non solo non sapevano nulla degli abusi, ma che non li hanno mai neanche visti con i propri occhi. Questo discorso vale per qualsiasi organizzazione, dalla Chiesa cattolica a un club di tifosi di una squadra di calcio.

- Continuare a diffondere articoli "scientifici" scritti 15 o 20 anni fa senza la minima revisione, senza il minimo studio che possa rilevare il progresso scientifico in quel campo o che possa verificare se un determinato gruppo che 20 anni fa era una "setta pericolosa" esiste ancora o se la sua  struttura/statuto/finalità/composizione/ siano cambiati e se abbia oggi caratteristiche diverse da quelle che aveva 20 anni fa è eticamente scorretto perchè significa diffondere false informazioni sulle persone che fanno parte di quella organizzazione.
 
Io non sono il "giustiziere della notte" e non giudico le persone, ma devo criticare le loro azioni, i loro scritti e le loro dichiarazioni quando esse danneggiano le persone  e danno vita a forme varie di ingiustizia e discriminazione: credo di avere sia  il dovere che il diritto di farlo.

Sicuramente tutti possono sbagliare e io non sono immune da errori, tuttavia credo che, se continuerò  a pormi il problema etico, se continuerò a mettermi in discussione e ad ampliare le mie conoscenze sull'oggetto del mio studio, non avrò nulla di cui  rimproverarmi. 

Vivere in questa condizione di perenne "incertezza etica" è alquanto impegnativo, faticoso  e logorante; negli anni mi ha attirato addosso l'odio di diverse persone, ma è l'unico modo in cui io ritengo si possa veramente aiutare, assistere e consigliare chi si affida a me per chiedere aiuto.


Forse ritornare a fare l'esame di coscienza quotidiano  potrebbe essere un primo passo sulla  strada che conduce a un  modo nuovo (e più etico) di vivere il nostro impegno.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto questo nuovo Tassello con interesse. Lei tocca un punto dolente quello della moralità. Basta leggere i giornali di oggi, fra "CESARI", magistrati infedeli, vecchi personaggi della P2 (oggi denominata da molti della P3) il nostro povero Paese, l'Italia, attraversa davvero un brutto momento.
Nel campo che lei studia ultimamente è venuta alla ribalta una nuova problematica gli 'antisette estremi', spesso 'arrabbiati' e quasi sempre 'ignoranti'. E' un rigurgito Dottoressa, passerà! E' passata la P2 passerà la P3 forse vedremo una P4 ma temo che di questi personaggi sarà sempre pieno il mondo ed in particolar modo il mondo del web.
Continui tranquillamente la Sua opera è certamente 'meritoria' anche se invisa ad alcuni, in realtà a pochi.

Gianfranco

Anonimo ha detto...

Cara Di Marzio, ho letto con il attenzione il Suo post. "Intrigante", è il termine giusto, perchè affronta in linea generale un problema che ci porta dritti al particolare: quello che lei descrive accade spesso (troppo spesso), ed è accaduto anche recentemente. Intervengo poco sui forum per mancanza di tempo, ma cerco di leggere quello che riesco: da tecnico esperto di meccanismi di comunicazione, posso confermare che la manipolazione del messaggio è all'ordine del giorno. Sembra quasi esista una "setta degli antisette", per richiamare il titolo di una mia inchiesta giornalistica in corso di confezionamento, persone pronte a strillare "al lupo al lupo" riportando all'attenzione della pubblica opinione solo "frazioni" di verità, quelle strumentalmente più utili a sostenere la propria tesi, il più delle volte allarmistica. Non che non esista il pericolo sette in Italia, ma certamente il livello dell'operato di chi dovrebbe occuparsene nel nostro paese è veramente più degno di un settimanale scandalistico che non di professionisti del settore. Ma arriverà il tempo in cui queste persone dovranno rendere conto, sotto tutti i profili: la rana può abbuffarsi a dismisura, pascia del fatto che nessuno la prende a bacchettate, ma prima o poi esplode per eccesso di golosità e bulimia. Questo tempo si sta avvicinando...
Un cordiale saluto
Luca Poma

Raffaella Di Marzio ha detto...

Gentile Luca Poma,

intendo proseguire sul cammino verso una moralizzazione dell'operato di tutti noi, impegnati nel difficile compito di assistere le vittime di guru senza scrupoli e di fanatici antisette che operano senza alcuna etica e senza alcun rispetto verso la dignità delle persone.
Come scrivo nel mio post ho iniziato da tempo a riflettere maggiormente sul mio operato e ho scoperto di aver fatto diversi errori in passato, spesso in buona fede. Tuttavia gli errori vanno corretti, se è possibile farlo, e io sono convinta di sì.
Purtroppo alcune volte mi rendo conto che il mondo dell'informazione è più sensibile allo scandalo che alla verità.
Spero veramente che qualcuno cominci a riflettere di più sui danni che questo genere di informazione causa alle persone che ne sono vittime.

Ora come ora mi sembra che si continui a colpire sempre nella direzione sbagliata.

Comunque, buon lavoro

Raffaella