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sabato 14 giugno 2014

Libertà religiosa. Il convegno della FCEI e della CCERS al Senato


Roma (NEV), 11 giugno 2014 - "Come negli eventi passati, anche questa volta siamo stati incoraggiati a proseguire nel nostro impegno per la libertà religiosa in Italia", ha dichiarato con soddisfazione il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), a conclusione del convegno "Lalibertà religiosa nell'Italia multiculturale", promosso dalla FCEI e dalla Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), tenutosi il 9-10 giugno, in Senato. "Un incoraggiamento - ha proseguito Aquilante - sia a seguire da vicino l'elaborazione della legge sulla libertà religiosa, sia a promuovere altri appuntamenti di merito e di studio".

Dopo l’introduzione al convegno del presidente Massimo Aquilante, i professori Enzo Pace (Padova) e Paolo Naso (Roma) hanno affrontato il tema dal punto di vista sociologico e politologico, mentre Sara Domianello(Catania) e Alessandro Ferrari (Insubria) da quello giuridico, nella primasessione moderata da Maria Bonafede. Ne è risultato un quadro complesso, nel quale la pluralità delle religioni in Italia è accompagnata da un'ulteriore varietà interna ad ogni religione: dagli ortodossi agli evangelici, dai musulmani ai sikh. Accanto al dato della varietà è emerso contemporaneamentequello dell’analfabetismo religioso degli italiani, la maggioranza dei quali mantiene una rappresentazione del Paese ancorata all’idea dell’unica religione dominante, quella cattolico-romana.

Un fenomeno così articolato, che pone strutture ecclesiastiche istituzionali di tipo “verticale” accanto ad altre “orizzontali”, il modello episcopale accanto a quello congregazionalista, rende urgente una rinnovata elaborazione da parte del legislatore. Il modello giuridico sinora adottato dall’Italia repubblicana, che ha prodotto ad oggi le intese con alcune chiese ecomunità religiose, non è infatti sufficiente per dare soddisfazione dell’attuale realtà religiosa. E' divenuta urgente una legge sulla libertà religiosa. Le difficoltà per raggiungere tale obiettivo sono da rintracciare nella debolezza delle istituzioni politiche dell’Italia, ovvero proprio degli attori predisposti all’atto legislativo. Si rende quindi necessario un lavoro congiunto, tanto istituzionale quanto sociale.

La seconda sessione, nella mattinata del 10 giugno,dopo il saluto del sottosegretario alle riforme e ai rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto, ha messo a confronto i rappresentanti delle chiese e dei gruppi religiosi. Giuseppe Pasta della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, Maria Angela Falà dell’Unione buddhista italiana, Carmine Napolitano della Facoltà pentecostale di Scienze religiose, Gabriel Ionita della Chiesa ortodossa rumena d’Italia, Alessandro Ahmad Paolantoni per l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, Ilaria Valenzi per la FCEI.

Presieduta da Dora Bognandi, la sessione ha mostrato come le difficoltà che le comunità di fede vivono nell'attuale situazione giuridica nel Paese, siano comuni a tutte le confessioni intervenute. Cristiani, buddisti e musulmani indicano le stesse criticità: nell'apertura di luoghi di culto spesso ostacolata da normative locali o regionali; nella definizione e nel riconoscimento dei ministri di culto; nelle procedure per l'ottenimento della personalità giuridica; nella cura spirituale in carceri e ospedali, oggi non garantita. Difficoltà che si devono alla mancanza di un chiaro quadro diriferimento e che, nel caso dell'apertura di luoghi di culto, colpiscono anche confessioni dotate di un'Intesa. Valenzi nel suo intervento ha ricordato come libertà religiosa e cittadinanza entrino nello stesso quadro di una democrazia che si vuole più matura. Di sostegno è stato l’intervento del prefetto Giovanna Iurato del Ministero degli interni, Direzione centrale per gli affari di culto,rallegrandosi per il percorso promosso negli anni dalla FCEI e sostenendo il prosieguo di tali iniziative.

La terza sessione si è aperta col saluto di Pietro Grasso, presidente del Senato, che ha invitato a lavorare in vista di un“comune pensiero”. Alla presenza anche del Governo, nella persona di Anna Nardini, membro della Commissione per le intese con le confessioni religiose,la tavola rotonda è stata introdotta dall’intervento di Roberto Zaccaria, che ha mostrato i tentativi delle passate legislature e lo status quo della legge in preparazione. Ad esso è seguito l’intervento di Valdo Spini che ha dato testimonianza dei risultati raggiunti in passato e delle prospettive da seguire in futuro. Sotto la moderatura di Gian Mario Gillio, la tavola rotonda ha visto gli interventi degli esponenti politici: Alberto Airola (M5S), Vannino Chiti(PD), Sergio Divina (Lega Nord), Luigi Lacquaniti (SEL), Lucio Malan (ForzaItalia).

Gli interventi politici hanno mostrato e confermato l'attenzione per il tema, la coscienza dell'urgenza di intervento e la volontà di porre rimedio con una nuova legge. Al contempo è emersa una sfiducia nell’attuale Parlamento (Airola), e la negazione del problema stesso adducendo la tesi che l’attuale legislazione italiana sia di per sé già ben attrezzata e sufficiente a garantire la libertà religiosa (Divina). Più fiduciosi Lacquaniti, Chiti e Malan, che lasciano intendere allo stesso tempo della necessità di procedere con pragmatismo, passo dopo passo. 


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