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mercoledì 23 febbraio 2011

Virtù e Felicità secondo Kant

 

Vorrei dare un particolare risalto a un bellissimo commento postato da un Anonimo nell'ultimo post che ho pubblicato: La Fabbrica del Terrore.

 

Lo metto in evidenza, trasformandolo a sua volta in un post, perchè credo che descriva perfettamente la condizione di moltissime persone che, in ogni parte del mondo, senza alcun riconoscimento nè considerazione, si adoperano in favore della giustizia, quella vera, non certamente quella dei tribunali umani.

 

E' la giustizia che esiste e che si attua concretamente ogni volta che una persona si mette a disposizione di un'altra perchè vede che si trova in stato di bisogno e prostrazione (fisica, morale o spirituale). Questa giustizia è anche virtù e abbonda nel mondo perchè sono miliardi le persone che vivono secondo giustizia e virtù.

 

Sappiamo pochissimo di loro perchè non fanno notizia e perchè quando, come dice l'Anonimo, subiscono le conseguenze negative delle loro azioni virtuose, non hanno l'abitudine di atteggiarsi a "vittime" (parola molto di moda nella nostra società), accettano una realtà spiacevole senza piagnistei perchè sanno che quella realtà spiacevole è una diretta conseguenza delle loro azioni virtuose.

 

Non potendo rinunciare a vivere virtuosamente sanno che devono pagare, per questo, un prezzo. Lo pagano volentieri e continuano sulla loro strada fermi e sereni della loro coscienza che non ha nulla da rimproverargli.

 

Dice bene l'Anonimo quando, parlando della situazione dell'uomo giusto e virtuoso,  cita Kant: "chi agiva bene e secondo giustizia, molto spesso era infelice, mentre i malvagi molto spesso erano premiati...almeno per un pò".

 

Metto di seguito l'intero commento perchè credo sia occasione per meditare su valori quasi dimenticati nella quotidianità, forse un antidoto all'oceano di nefandezze  che qualche volta sembra sommergerci tutti. Non è così, e se riflettete su quanto state per leggere, troverete  il  senso  ultimo di ogni accadimento.

 

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1 commento - Mostra post originale

 

Anonimo Anonimo ha detto...
 
La sua, dottoressa Di Marzio, sembra una storia nella quale si è trovata malvolentieri a ricoprire il ruolo di protagonista principale. Tuttavia mi sembra di vedere un elemento molto interessante leggendo delle sue vicende e approfondendo la sua storia.   
In particolare, mi sorge un parallelo storico abbastanza interessante. Il famoso filosofo Immanuel Kant, nella sua critica della ragion pratica, riflettendo sul problema della morale, affermava che raramente in questo mondo c'è rapporto tra la vita virtuosa e la vita felice, in questo senso, secondo lui, chi agiva bene e secondo giustizia, molto spesso era infelice, mentre i malvagi molto spesso erano premiati...almeno per un pò. Infatti, secondo il filosofo prussiano, alla fine c’èra sempre una forza che assicurava ai virtuosi, in proporzione ai loro meriti, la felicità conseguente.   
Kant chiamava questa forza Dio, ma io penso che in qualche modo avesse in mente un’idea ben precisa di giustizia e di decenza, indispensabile per far vivere gli esseri umani con dignità e decoro.     
Se la nostra società ha conservato anche solo in minima parte quella traccia di dignità e di decoro sono convinto che presto o tardi la sua storia terminerà con la sospirata formula: “e vissero tutti felici e contenti”.  
25 febbraio 2011 09:16  

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gentile Dottoressa,

ho letto con interesse il suo post ed il commento del lettore anonimo.

Comlimenti ad entrambi.

Non è da tutti avere dei lettori che conoscono così a fondo la filosofia.

Temo solo che qualche suo detrattore o "detrattrice", colto/a da un attacco di rabbia e di invidia possa segnalare il Sig. Kant alla autorità giudiziaria perchè apra subito una approfondita indagine su questo 'pericoloso criminale straniero' ...

CARLO