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domenica 10 maggio 2009

La verità vi farà liberi (Gv 8,32)

AGGIORNAMENTO AL 10/05/09

Come promesso nei commenti aggiorno la vicenda che riguarda la censura di una frase da me citata in questo post.

L'aggiornamento è evidenziato in azzurro.


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Oggi vorrei fare una riflessione sulla bellezza della verità, una "merce" rara nel mondo della comunicazione e dell'informazione. Credo che, per comprendere appieno quanto sia preziosa la verità, sia necessario parlare dell'esatto contrario: la menzogna e, in modo particolare, la diffamazione.



Da oltre un anno ormai il Web pullula di notizie false e accuse infondate su di me, una vera e propria campagna orchestrata ad arte, come avviene spesso, purtroppo, a danno della vittima di turno: non sono la prima e non sarò neanche l'ultima.


Nel mare oscuro di diffamazioni "brilla" per la sua malvagità una email tristemente nota, ormai, visto che è pubblicata sul web da diversi mesi a questi indirizzi:


http://groups.google.com/group/it.cultura.newage/browse_thread/thread/a39a4824fa73c721#


http://groups.google.com/group/it.discussioni.misteri/browse_thread/thread/9e83ea6eed1e20b9#


Nel contesto di questa email, a cui ho già accennato nell' Ottavo Tassello, vorrei estrapolare una sola frase della cui veridicità ho chiesto conferma al diretto interessato: il Presidente dell'Ordine degli Psicologi, chiamato in causa dalla mittente dell'email quando ella afferma, riferendosi a me con le parole “questa signora”:

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“[…] e il Presidente dell'Ordine degli Psicologi dichiara che questa signora stia facendo abuso della professione[…].”

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Ho chiesto, dunque, al Presidente se corrisponde a verità quanto la mittente affermava, e cioè che lui aveva dichiarato che io, Raffaella Di Marzio, faccio abuso di professione.

Chiedevo, in caso affermativo, su quali basi egli avesse fatto una simile affermazione e, in caso contrario, di verificare la correttezza del comportamento della mittente, iscritta all’Albo degli psicologi della Regione Puglia.


Nella risposta datata 23 marzo 2009, prot. 1231/09 (Nota 2 marzo 2009, prot. n. 957 del 5/3/2009), il Presidente dell'Ordine degli Psicologi smentisce l'affermazione presente nell'email:

"[...]"

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La frase in rosso che era pubblicata in questo post è stata da me eliminata. La motivazione è questa: oggi, 5 maggio 2009, ho ricevuto dal Presidente dell'Ordine degli Psicologi una diffida in cui mi chiede di eliminare la nota che era qui trascritta in rosso in base alla vigente normativa sulla Privacy.

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Oggi, 10 maggio 2009, dopo aver preso nota di diversi pareri legali, ho la certezza che il documento di cui ho citato una frase tra virgolette non era un documento da trattare in base alla vigente normativa sulla privacy: tutti i documenti e le dichiarazioni di Ordini, Enti, Associazioni, sono pubblici e quindi citabili e riproducibili.

So che la frase che avevo citato circola liberamente sul Web e quindi non la reinserirò in questo post visto che ormai è di dominio pubblico, perchè desidero che rimanga il segno tangibile e la documentazione di questo atto che, non avendo alcuna motivazione di tipo legale, viene da me interpretato come un atto intimidatorio che squalifica chi lo compie e non chi lo subisce.

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Assodato che la frase in questione è una menzogna, vorrei ora andare oltre questa miserevole vicenda e cercare di focalizzare, non solo per me e per il mio caso particolare, ma anche per tutti coloro che si trovano a vivere una condizione simile, quali sono le conseguenze morali e spirituali di un simile comportamento.

Personalmente, essendo cristiana, cerco di uniformarmi all'etica del decalogo e tutti coloro che condividono questi principi etici sanno che l'ottavo comandamento vieta proprio la menzogna.

Navigando sul web ho trovato una bellissima riflessione di un sacerdote sull'ottavo comandamento.
Si tratta del gesuita Massimo Rastrelli che, parlando dell'ottavo comandamento, introduce il discorso con questa affermazione, che condivido totalmente:

"La stima altrui è un bene personale
che deve essere salvaguardato e servito"


Il gesuita prosegue la sua riflessione, finalizzata a preparare i penitenti a fare un buon esame di coscienza, con un brano che riporto quasi integralmente perchè lo ritengo traboccante di verità, quella verità che i bugiardi e i menzogneri oltraggiano abitualmente:


"[...]L’ottavo comandamento dice, a me e a tutti, di non dire falsa testimonianza, di non essere mendace, di non dire bugie.

Chi dice falsità, è falso lui e fa falso colui a cui parla, ingannandolo rispetto alla realtà delle persone, dei fatti e delle cose.

Il deviare se stessi dalla realtà, il deviare gli altri dalla realtà è un peccato perché è un danneggiarli.

Oggi ci sono scuole ideologiche e partiti, che credono di dover dire agli altri non la realtà delle persone, dei fatti o delle cose, ma ciò che è loro utile, e non importa se quello che dicono è dannoso a coloro a cui parlano e di cui parlano.

Chi dice il falso è menzognero e falsario. È truffatore. E’ anche diffamatore e calunniatore. Anche di te non dice quello che sei e che è vero, ma dice quello che è a lui utile e proficuo.

Chi dice menzogna non si attiene alla verità: falsifica e danneggia.

Crede di aver trovato la via breve per aggiustare le cose per vivere in pace o per fare i propri profitti e guadagni. Ma a più lungo termine viene conosciuto per falso e per falsario. E quindi verrà ritenuto inaffidabile.

Allora il detto falsario verrà fatto giustamente oggetto di prudente diffidenza e non sarà creduto da nessuno, anche quando vorrà dire la verità. Chi accetterebbe come socio di affari, o come coniuge, o anche solo come compagno di strada e di viaggio una persona falsa?

Il dire falsità, comunque, distrugge i rapporti di fiducia di amore. Chi dice menzogna distrugge la sua vita stessa e i suoi rapporti. La falsità della persona oscura la limpidezza e la luminosità della fedeltà, turba la festa degli incontri e dello stare insieme [...]

E bisogna anche dire che, quando si perde la responsabilità verso la verità, e ci si disimpegna dalla verità, si crede di poter poi manipolare la “realtà” a proprio comodo. Ma, difatti, si perde la distinzione tra il bene e il male, si diventa cinicamente capaci di giurare e di spergiurare e di farlo anche dinanzi a Dio o su Dio.

A questo punto si diventa addirittura sacrileghi verso Dio e del tutto inaffidabili verso gli uomini. Si costringono gli uomini a diffidare del mentitore, che si ritroverà allontanato da tutti non per mancanza di solidarietà da parte degli altri, ma perché fallace lui stesso e tale da dover essere respinto in ogni sua richiesta, per il dovere che gli onesti ben conoscono di non poter farsi intrappolare da imbroglioni [...].




19 commenti:

Anonimo ha detto...

La responsabilità di chi mente è grande. Altrettanto grande è quella di chi condona, tollera, o avvalla questi comportamenti (astraggo dal grave episodio riportato). Ridevamo degli americani che se la prendevano per le bugio di Clinton. E invece no: non dire la verità è una cosa molto grave, che mina il tessuto sociale, oltre a danneggiare le persone. Eppure difendere la verità ha un prezzo, che molti non si sentono di pagare.
Grazie
S&P

klee ha detto...

Condivido le parole si S&P. Ciascuno porta la responsabilità delle proprie menzogne. Ma altrettanto grande è la responsabilità di chi ha il potere di chiarire o verificare la realtà delle cose e non lo fa: i pari, i superiori, i collaboratori, le istituzioni.
Se è vero che la libertà rende liberi, la domanda è di cosa sono schiavi coloro che non dicono la verità o coloro che non la difendono.
Klee

Raffaella Di Marzio ha detto...

Vi ringrazio entrambi per i vostri commenti.

Io credo che chi mente sia schiavo dei propri interessi e che l'obiettivo che si pone in sostanza sia quello di "eliminare" chiunque in qualche modo possa minacciare il raggiungimento del proprio fine.

Credo che queste persone agiscano in base al principio che "il fine giustifica i mezzi". Un principio che, applicato molte volte nella storia, ha causato morti, guerre e disastri di vario genere.

Il mio caso è indubbiamente "marginale" in questo contesto, ma comunque sia mi sembra anche un caso a suo modo "esemplare".

Ciao

Raffaella

Anonimo ha detto...

Io direi anche che "dire menzogna" sulle persone equivale al 100% a "uccidere", se vogliamo rimanere in ambito religioso.
Dire menzogna su una persona o sprgere voci calunniose e infondate significa tentare l'uccisione di quella persona, l'annientamento sociale, morale, psicologico, perché il prezzo che paga la persona accusata è davvero molto alto.

Anonimo ha detto...

Ritorno dopo il commento di Klee e dopo la replica di Raffaella Di Marzio per aggiungere qualche riflessione. Il problema di mentire è che si forma ben presto un viluppo, una ragnatela, in cui dopo un po' nessuno - neanche il primo bugiardo - riesce a distinguere il vero dal falso, perché, come racconta Raffaella Di Marzio in altri tasselli, le menzogne acquisiscono di autorità passando di mano in mano. In questa situazione, la domanda è come si fa a distinguere la menzogna dalla verità - se non ci si è dentro - ovvero come si fa sì che la verità venga riconosciuta. Quando il viluppo di menzogna si è solidificato a coprire la realtà.
A presto,
S&P

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
La mensogna è sempre difficile da comprendere, per me, è lontana dalla limpidezza per la quale credo avere scelto come tipo di vita. Quando poi mi accorgo che delle persone in certe posizioni ne usano a iosa per i propri fini, diventa per me il sentimento che oggi noto, scegliere di fare del male consapevolmente, a tutti i costi,pur di nutrire il bisogno di potere assoluto, piutosto che parlare della semplice verità.
Grazie,
Fabia

Raffaella Di Marzio ha detto...

Vorrei cercare di rispondere alla domanda di sudorepioggia:

"la domanda è come si fa a distinguere la menzogna dalla verità - se non ci si è dentro - ovvero come si fa sì che la verità venga riconosciuta. Quando il viluppo di menzogna si è solidificato a coprire la realtà"

La maggior parte delle persone, purtroppo, non essendo addentro ai fatti, segue la voce comune e accetta passivamente tutto quello che vede o che legge o che gli viene detto.

Di fronte a questo credo che siamo tutti impotenti.

Chi, invece, è veramente interessato alla vicenda controversa, intorno alla quale vengono diffuse notizie false o verità parziali, può, se vuole, uscire dall'ignoranza, ma per farlo e per non farsi condizionare dalle falsità, deve fare un atto di coraggio e, umilmente, mettersi in ascolto di tutti, specialmente di quella parte che non riesce a farsi sentire.

Perchè in queste vicende c'è sempre chi strombazza e grida e attira l'attenzione e chi non riesce a dire una sola parola perchè letteralmente sommerso dalle parole/menzogne altrui.

Se uno riesce a mettersi in ascolto allora pian piano scopre dov'è la verità.

Il problema è che fare questo è veramente MOLTO faticoso e anche, purtroppo, MOLTO pericoloso.

Raffaella

pulvis ha detto...

Io vengo da una famiglia dove mentire è uno stile di vita insegnato ai figli come unico possibile. Grazie a Dio mio padre conosce comunque bene la distinzione tra ciò che è vero e ciò che non lo è anche se ritiene indispensabile nella vita usare la seconda versione delle cose. Per mia madre purtroppo la distinzione è un po’ più confusa e come per tanti (nel suo caso garantisco la buona fede) il confine tra il reale ed desiderato diventa molto labile. Con ciò che ne consegue.
Ovviamente hanno generato una figlia (la sottoscritta) che è negata per la menzogna. Mi si legge in fronte se non ho detto proprio tutto quello che bolle in pentola.
Il deterrente definitivo venne alle medie: in un compito in classe provai a copiare come i miei compagni ma, siccome sentivo che questa cosa non era buona, dopo poco cercai di mettere il foglio che mi ero preparata sotto il banco in modo da non usarlo più. Essendo maldestra mi vide la prof. che mi usò – forse- come monito per tutti dandomi una sonora lezione (mi tenne bassi i voti per tutto l’anno e mi fece sentire tutta la sua disistima… e pesava parecchio).
Insomma, forse questo, forse che non mi sento in pace, ma non so tenere nascosto qualcosa di importante nelle relazioni (chi mi conosce è avvisato).
Di conforto in questa mia forma mi fu il lavoro in Arkéon. Ricordo come se fosse oggi quando Vito Carlo Moccia mi disse una cosa che spero di non scordare mai: non lasciare nulla di non detto, di segreto, tra te e tuo marito (ma questo vale anche con tutti quelli che si amano) perché poi quello che è un granellino cresce a dismisura e mette distanza tra voi. Nulla di nuovo rispetto a “la verità vi renderà liberi”. Ma visto lo stampo familiare mi ha fatto un gran caldo al cuore.
I bambini a tal proposito sono degli ottimi “falla-detector”: nella mia esperienza se fra due c’è qualsiasi cosa di non detto, sentono “a fiuto” che quello è il possibile varco di minor resistenza per ottenere quello che cercano, e ci entrano a pié pari con la loro innocenza.
Sempre parlando di loro mi viene in mente un’immagine che mi fa tenerezza: un Pinocchio con le gambette cortissime che si affanna a correre brandendo un naso lunghissimo. Ai bambini, infatti, si insegnano due detti: “le bugie hanno il naso lungo” e “le bugie hanno le gambe corte”. All’inizio mi risultava un po’ oscura l’origine di queste due espressioni. Poi, con il tempo ed un sorriso, man mano che le due immagini sono diventate plastiche ho compreso. Il naso lungo di Pinocchio faceva sì che lo si scoprisse subito: lo si vede da lontano che ha mentito! Proprio come capita a me. Allo stesso modo le gambe corte faticano a portare lontano. Chi ha le gambe corte giocando a tocco fulmine o a nascondino viene preso subito. Proprio come è capitato nel caso che Lei ha citato. :-)

pulvis ha detto...

... per essere più seri di quanto fatto finora, riporto un racconto letto non so dove e scritto da non so chi, che in sostanza parla di questa signora che è pettegola e sparla di tutto e di tutti e va a confessarsi ogni volta riportando al sacerdote questo suo peccato. Il saggio confessore un giorno, dopo averla assolta, le dà il compito di prendere una gallina e spennarla mentre si incammina da un posto all'altro e poi di tornare da lui una volta eseguito il compito.
La donna ovviamente si ripresenta dal sacerdote il quale le dà la seconda parte del compito: ora deve ripercorrere la strada a ritroso raccogliendo tutte le piume che ha seminato per strada. L'anziana signora, ovviamente, rimane interdetta e fa le sue rimostranze al sacerdote: "Eh, ma non è possibile! il vento le ha già sparse tutte, chissà dove le ha portate!".
Bingo! Il prelato ha raggiunto il suo scopo: le piume che lei ha lasciato sono come le sue maldicenze. Una volta sparse, anche se lei volesse porre rimedio, chissà fin dove sono arrivate. Meglio frenare prima la lingua. Magari chiedendo aiuto a Dio.
Purtroppo la realtà è che menzogne come quella che Lei riporta o come quelle che apparvero sui quotidiani all'inizio della vicenda Arkéon (ed in chissà quanti altri casi) sono state sparse appositamente perché anche quando sia stata accertata la verità delle cose, ci sia sempre un posticino in cui quella piuma è volata e non potrà essere raccolta...

Luca Poma ha detto...

Gentile dott. sa Di Marzio, ho letto con stupore su questo Suo blog della cancellazione - su richiesta a Suo dire del Presidente dell'Ordine degli Psicologi di Bari - della frase, riportata in una lettera a Lei indirizzata dallo stesso Presidente, che recitava "...Con riferimento alla richiesta da Lei inoltrata in ordine alle presunte dichiarazioni da me rilasciate alla Dott.ssa T., a seguito di richiesta di chiarimenti effettuata dall'ordine della Puglia a quest'ultima, posso precisare che la frase incriminata è stata completamente estrapolata - con conseguente travisamento del significato suo proprio - dal contesto in cui era stata pronunziata [...] Certi di aver chiarito l'equivoco si porgono distinti saluti [...]". In considerazione del fatto che l'intera questione oggetto di dibattito ha assunto da tempo rilevanza pubblica, trovo molto scorretta sia la richiesta di cancellazione avanzata dall'interessato (dal momento che non si tratta in nessun caso di dati sensibili protetti dalla normativa sulla privacy) come anche la cancellazione da Lei effettuata. In qualità di giornalista ed addetto ai lavori del settore comunicazione, sono quindi ad invitarla a voler riconsiderare la situazione, ripostando la frase in questione, ricordandole che il diritto di cronaca è tutelato costituzionalmente in modo incisivo ed ha valore tanto quanto il diritto alla privacy, diritto che passa in second'ordine (tranne appunto i dati sensibili, quali questi non sono) rispetto alla libertà di opinione ed espressione che sono nell'interesse di una corretta e completa informazione al pubblico.
Cordialità, Luca Poma

Francesco ha detto...

Condivido quello che dice Luca Poma.
Sarebbe ora che le intimidazioni e i tentativi di mettere bavagli terminassero. Non comprendo come faccia una persona laureata e che si reputa intelligente ed è iscritta all'ordine degli psicologi a sperare di ottenere risultati positivi utilizzando questi metodi sudamericani. E' una questione di principio Dottoressa, la prego anche io di rimettere online il testo che aveva citato.

Grazie
Francesco

cosimo ha detto...

In effetti, è strano che - dopo le dichiaraizoni pubbliche con cui la Tinelli con "metteva in bocca" al Presidente dell'OdP parole gravi e non sue (come il Presidente stesso confermava a Lei con la lettera in oggetto), questi non chieda una rettifica alla Tinelli, bensì chieda a lei di cancellare la sua presa di distanza. Che dovrebbe tutelare lui, anzitutto! O mi sfugge qualcosa o è troppo triste per commentarlo!

Raffaella Di Marzio ha detto...

Ringrazio Luca, Cosimo e Francesco per le loro considerazioni.

Poichè sono una persona che non ha mai violato alcuna legge in vita sua quando ho ricevuto la diffida, per prudenza, e non essendo addentro a questo genere di cose, ho ottemperato alla richiesta del presidente Palma.

Tuttavia, ho subito dopo interpellato tre diversi avvocati e ho posto loro il quesito, se, cioè, nella frase citata tra virgolette si potesse ravvisare una violazione della Legge.

Ho appena ricevuto la prima risposta nella quale questo avvocato dice che non c'è alcuna violazione della vigente normativa della privacy. Anzi: grazie al chiarimento per iscritto il Presidente ha evitato una mia possibile querela per diffamazione, quindi egli dovrebbe essere il "più interessato" ad avere il documento pubblicato sul mio blog.

Attendo anche gli altri pareri. Vi terrò informati

Raffaella

Raffaella Di Marzio ha detto...

Ho appena ricevuto il parere di un altro avvocato che concorda con il primo: nella frase che avevo pubblicato non c'è alcuna violazione della privacy.

Raffaella

Francesco ha detto...

Mi fa piacere saperlo. Speriamo allora di rivedere presto la frase incriminata al suo posto su questo Blog. Da un po di tempo in Italia i "paladini del diritto e della privacy" sembrano ricordare i diritti e dimenticare i doveri.
Chi rappresenta una istituzione dovrebbe fare attenzione a come si muove o sbaglio? Si fa presto a fare opera di stalking nei confronti delle brave persone. Poi quando chi viene perseguitato muore di infarto o magari si suicida (mi riferisco al noto fatto di cronaca di poche ore fa sulle prime pagine dei giornali) coloro i quali si ergevano a paladini della giustizia fanno finta di nulla e dimenticano di riflettere sul fattto che gli ABUSI sono anche e soprattutti quelli che vengono organizzati a tavolino contro le "brave persone". Sarebbe ora che in Italia chi sbaglia arrivi a pagare in OGNI caso anche quando porta alla disperazione cittadini NON ancora condannati da Tribanali ma massacrati dal disinvolto e criminale giornalismo famelico!

Francesco

Francesco ha detto...

Prendo atto dell'aggiornamento della vicenda. Aggiungo solamente che è sconcertante e desolante, a volte, notare come gli ORDINI si comportino come una piccola casta. Leggevo proprio oggi su Repubblica il trafiletto che allego in calce. Almeno nel caso della Dottoressa del Grande Fratello c'è stato un richiamo ed un avvertimento, in questo caso invece non solo non si è intervenuti per disciplinare il comportamento scorretto della iscritta ma si è passati direttamente alle intimidazioni.

"O tempora o mores !"

Francesco

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TRATTO DA REPUBBLICA 10 MAGGIO 2009 (Roma, 14:53)
TV: LA DOTTORESSA DEL GF8 ASSOLTA DA ORDINE DEI MEDICI.
Lina Carcuro, la dottoressa del 'Grande Fratello 8' che rischiava una sanzione disciplinare per condotta indecorosa (una notte "allegra" col 'cumenda' Roberto Mercandalli) e' stata assolta dall'Ordine dei medici. Lo racconta lei stessa a 'Tv Sorrisi e Canzoni' in edicola lunedi' 11 maggio. "Finalmente e' arrivata la sentenza dell'Ordine dei Medici - dice Lina - assoluzione con avvertimento, quindi nessuna sanzione, ma non devo ripetere in futuro atteggiamenti simili. Io pero' non ho fatto nulla di male, era un comportamento lecito e nella mia sfera privata", annuncia soddisfatta la dottoressa del Gf8, che si occupa di chirurgia estetica in una clinica napoletana. E aggiunge: "Ho anche inciso un singolo e sono stata convocata per un film. Ovviamente nel ruolo di medico".
(10 maggio 2009)

Luca Poma ha detto...

Per Francesco: se vuoi avere un'idea più precisa circa la "casta" rappresentata da alcuni Ordini dei medici, leggi questo comunicato (tempo di lettura 5 minuti):
http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__119.pdf
Ciao
Luca Poma

Anonimo ha detto...

Un iscritta usa il nome del Presidente dell'Ordine degli Psicologi (dott. Palma), attribuendogli pesanti affermazioni, per screditare gravemente una collega. Interpellato al proposito, in via formale, il Presidente dell'ordine smentisce. La sua successiva preoccupazione, da Presidente, non è però di ottenere una pubblica smentita dall'iscritta (o addirittura procedere contro la stessa per vie legali), ma di mettere a tacere la vittima della campagna di screditamento. Complimenti davvero. Sarà che presidente ed iscritta sono conterranei, ma forse all'interno del consiglio dell'ordine qualcuno vorrà chiedere chiarimenti a questo Presidente. Come cittadino li chiedo già da ora. Perché se questa è la funzione dell'Ordine degli psicologi, la sua abolizione è sicuramente doverosa: non solo non tutela i cittadini (intesi come non iscritti), ma si tutelano gli iscritti che danneggiano i cittadini. Allora l'ente non è inutile, è dannoso.
S&P

Raffaella Di Marzio ha detto...

Condivido quanto dici. Il problema è che, dentro questo tipo di organizzazioni, spesso la mano destra non sa quello che fa la sinistra.

La mia speranza è che chi non sa quello che sta avvenendo lo venga a sapere.

Se poi a loro sta bene così, non posso farci nulla.

Raffaella