Oggi, mentre studiavo il libro curato da James R. Lewis (Ed.), The Oxford Handbook of New Religious Movements, New York: Oxford University Press, mi sono imbattuta in una ricerca di Anthony D. e Robbins T. (2004), Conversion and “Brainwashing” in New Religious Movements, che ho trovato molto illuminante.
I due autori sono uno psicologo forense e un sociologo della religione.
A un certo punto, quando parlano dell'ACM (Anticult Movement), scrivono questo:
"In generale noi riteniamo che il conflitto tra le religioni alternative e i loro avversari antisette sia essenzialmente un conflitto religioso.
Il movimento antisette può essere considerato come un tipo di movimento che rivitalizza la razionalità modernista e l’individualismo utilitarista.
L'ACM accusa le sette di distruggere l’autonomia e l’individualismo. L“individualismo espressivo”, cioè la vera autonomia, non può, dal punto di vista dell’ ACM, essere basata sulle esperienze trascendenti, gli stati di coscienza estatici o mistici o le intense emozioni.
Piuttosto, tali esperienze vengono interpretate in termini di pericolose trance ipnotiche, stati dissociativi patologici, regressione infantile, depersonalizzazione, ed una enorme quantità di emozionalità manipolata che, si suppone, eroda l’autonomia personale e imponga una identità artificiale di gruppo che sostituisce l’autentico ego della vittima.
I conflitti sulle sette, così, implicano conflitti sui valori fondamentali e sono più simili alle prime guerre di religione che a posizioni opposte nell'ambito della scienza psicologica obiettiva che metterebbe in luce una psicopatologia indotta dalle sette" (Anthony e Robbins, 2004).
*Enfasi aggiunta da me
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