Pubblicato il 26 aprile 2012, nella seduta n. 716
PASTORE - Ai Ministri dell'interno, della giustizia e della salute.
Si chiede di conoscere:
quali ragguagli i Ministri in indirizzo
siano in grado di fornire e quali provvedimenti intendano adottare: in
presenza di episodi relativi all'attività di organizzazioni che si
definiscono "Antisette", finalizzate al contrasto ed alla repressione di
gruppi ed associazioni per lo più qualificabili come "di nuove
religioni", in relazione all'attività di proselitismo delle stesse,
asseritamente ottenuto attraverso la cosiddetta "manipolazione mentale".
Tale attività dei gruppi "antisette" è strettamente connessa con quella
di organi della pubblica amministrazione, in particolare di polizia,
nonché con le attività della magistratura inquirente finalizzata
all'esercizio dell'azione penale;
in particolare, se debba considerarsi
tuttora in vigore il provvedimento del Capo della polizia (all'epoca De
Gennaro) n. 64767 del 1° novembre 2006, avente ad oggetto l'attività di
contrasto agli illeciti connessi alle attività delle "sette sataniche" e
l'istituzione della SAS (squadra antisette), o se siano intervenute
modificazioni, specie in considerazione degli inconvenienti verificatisi
in conseguenza delle attività previste e disposte con tale documento;
se i Ministri in indirizzo, ed in
particolare quello dell'interno, siano a conoscenza del fatto che le
"squadre antisette" hanno finito per operare pressoché esclusivamente
come "braccio secolare" del "servizio antisette" dell'associazione
Comunità papa Giovanni XXIII e del cosiddetto Forum delle associazioni
italiane di ricerca e contrasto dei movimenti settari e dei culti
abusanti costituito da: Aris (Associazione ricerca e informazione sulle
sette) Veneto e Toscana, Favis (Familiari vittime delle sette), Cesap
(Centro studi abusi psicologici), e associazione "Giù le mani dai
bambini" che è una sorta di federazione di organizzazioni presenti in
varie città italiane. "Servizio" che costituisce pressoché l'unica fonte
di informazione e di consulenza per le squadre antisette della Polizia
di Stato, la cui opera è a giudizio dell'interrogante gravemente
influenzata dal carattere oltranzista ed intollerante delle cosiddette
organizzazioni antisette, una delle quali, in passato, si è resa
protagonista anche di episodi di violenza per una cosiddetta
"deprogrammazione";
inoltre, siano informati che il "Forum "
delle associazioni sopra menzionato include nelle sue "segnalazioni" e
"relazioni informative" alla squadra antisette della Polizia di Stato
(che, dal suo canto, scarso lavoro ha da compiere per mancanza di
organizzazioni qualificabili come "sette", cosicché se ne potrebbe
ragionevolmente ipotizzare lo scioglimento), anche dati relativi a
esperti, studiosi e privati cittadini in quanto negano il carattere
delittuoso e l'illiceità dei gruppi esoterici asseritamente
"manipolatori" delle menti dei proseliti, così da mettere in atto una
vera e propria azione di persecuzione ideologica in base a
discriminazioni di carattere culturale, religioso o filosofico, non solo
contro le minoranze spirituali, ma anche contro privati cittadini
accusati pretestuosamente di esserne i "sostenitori";
non intendano esaminare, per la gravità
obiettiva che è loro propria e per il valore emblematico che rivestono
per la valutazione di metodi e rapporti messi in atto dalle autorità di
pubblica sicurezza, nonché per le necessarie valutazioni della natura e
dei metodi delle associazioni private cui le SAS, squadre antisette,
troppo facilmente si rimettono per notizie su cui fondare in gran parte
la loro opera, casi di autentica persecuzione di persone che le
associazioni antisette considerano corresponsabili di ogni malefatta
attribuita alle "sette" per il fatto di essere sostenitori
dell'infondatezza della fobia che accomuna esoterismo, "nuove
religioni", "manipolazione mentale" e violenze o illeciti compiuti da
appartenenti alle associazioni così definite ed "inquadrate". In
particolare l'interrogante ritiene di dover segnalare, perché possa e
debba farsene oggetto di un'attenta disamina da parte dei pubblici
poteri responsabili, la vicenda della dottoressa Raffaella Di Marzio
studiosa di fama internazionale delle "nuove religioni", dei fenomeni
associativi e dei metodi di proselitismo ad essi connessi, nonché delle
reazioni ed intolleranze che li circondano, che fu denunziata a Bari nel
corso di una operazione di polizia nei confronti di un gruppo, al
momento oggetto della sua osservazione e dei suoi studi, e di
conseguenza indagata per associazione a delinquere, accusa archiviata
nei suoi confronti dal pubblico ministero e dal giudice per le indagini
preliminari di Bari, e che tuttavia ha continuato ad essere oggetto di
denunzie e di esposti da parte di esponenti del Forum antisette e della
Favis, atti persecutori che, dopo che la dottoressa Di Marzio si è
iscritta all'albo degli psicologi, si sono concretati anche nel
tentativo di provocare procedimenti disciplinari, con pretesti vari, a
suo carico;
infine, come i Ministri intendano,
nell'ambito delle rispettive competenze, operare perché sia garantito
pienamente, in ordine a siffatti episodi, il diritto di libertà di
opinione e di ricerca scientifica, nonché quello di associazione.
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